Raccontare l’America. Due secoli di orgogli e pregiudizi
Massimo Teodori
ordinario di Storia e Istituzioni degli Stati Uniti Univ. di Perugia
da “” IL GAZZETTINO “” di giovedì 24 novembre 2005 a cura di Ugo Pollesel
L’ incontro organizzato da Liberal con uno dei massimi esperti italiani di storia e politica degli Stati Uniti d’ America.
<< USA E EUROPA VERSO L’ ADDIO >>
Massimo Teodori: << Bush e Berlusconi ? Sono fenomeni totalmente diversi, anche se uno scimmiotta l’ altro >>
<< Gli Stati Uniti riqualificheranno sempre più verso est la loro politica estera, e cominceranno le lamentele sull’abbandono del legame preferenziale con l’ Europa. Ma sarà inevitabilmente così, perché l’ Europa è quello che è >>.
Con questa frase sconfortante Massimo Teodori, considerato dai mass media uno dei massimi esperti italiani di cose americane, chiude la sua intervista sul suo ultimo libro, << Raccontare l’America, due secoli di orgogli e pregiudizi >>. Un giudizio severo, tagliente, su un futuro purtroppo probabile. Nel libro, però, non emerge alcuna tesi, ma solo l’ analisi puntuale, corredata da numerose notizie storiche e documenti, a partire dalla costituzione, di come un paese di boschi e fiumi sia diventato in poco più di un secolo la più grande potenza del mondo, e di come ora con questo si rapporti.
<< E’ vero, volevo solo spiegare gli Stati Uniti e i loro problemi attuali, rivolgendo lo sguardo un po’ indietro >>.
Lei passa per essere uno dei massimi esperti di cose americane, tanto da essere continuamente invitato a questa o a quella trasmissione televisiva, interpellato da radio e giornali. Da cosa nasce questa sua passione ?
<< Ero andato negli USA nel 1966, dopo la laurea. Lì, dopo un po’, ho pubblicato il mio primo libro sui movimenti di contestazione, a cominciare da quello sulla guerra del Vietnam, e della sinistra, che in quegli anni erano molto attivi. Fu davvero un grande successo, il New York Times lo definì il ” Libro del giorno “. Poi mi chiesero di scrivere anche in Italia, e mi fu offerta la cattedra universitaria di Storia americana >>.
Una passione che è diventata professione ?
<< Direi che è andata così >>.
La sua è una visione degli USA presa soprattutto da sinistra ?
<< Io avevo una formazione politica liberale radicale. Per questo ero molto interessato alla tradizione libertaria e liberale degli Stati Uniti, che però non definirei di sinistra. Nella cultura politica italiana, invece, il peso del marxismo e del comunismo è stato più forte, ed ha offuscato quello libertario socialista >>.
Anche a destra, però, da noi non è che lo spirito libertario sia emerso granché.
<< In effetti in Italia i liberali sono stati minoranza ovunque, ed è ancora un dramma odierno. L’ egemonia cattolica è stata pesante, sicuramente più del fascismo, non fosse altro da un punto di vista cronologico. Anche se occorre dire che c’è stato anche un liberalismo cattolico, basti pensare a De Gasperi, che è stato un argine alla cultura cattolica integralista. E a quel tempo la chiesa aveva un peso >>.
Anche oggi però non si scherza.
<< La chiesa oggi ha un peso sulla classe dirigente, ma non sul voto della gente. Nel ‘ 48 la parola dei vescovi poteva decidere un’ elezione, ma adesso non credo che la parola di Ruini sposti molti voti >>.
Torniamo agli Stati Uniti. Un rapporto difficile con l’ Europa, non solo con l’ Italia.
<< Sì, e che direi determinato un po’ dalla cultura di massa, giornali e Tv prima di tutto. Da un lato c’è una certa subordinazione a certi modelli di vita americani, dall’altro una grande diffidenza verso la politica, la potenza militare ed economica degli USA. Chi è più forte, in fondo, ha sempre creato antagonismo >>.
E’ diffidente la gente, ma anche la classe dirigente italiana ?
<< Negli ultimi anni ho notato che c’è un grande sforzo della parte più responsabile della sinistra italiana, e mi riferisco ai DS, a calmare un sentimento che pur sempre è rimasto all’interno del partito. E’ un atteggiamento molto diffuso da noi. Lo capisco dalle domande che mi fanno quando mi invitano a parlare degli USA: sono sempre sulle ” macchie ” americane, e questo è generato da un atteggiamento pregiudiziale. Si finisce con l’ elevare il particolare a generale >>.
Quanto ha inciso in tutto questo la politica di George W. Bush ?
<< Moltissimo, e moltissimo il collegamento tra Bush e Berlusconi. Ne è nato un nuovo antiamericanismo >>.
Ma questo collegamento, come lo ha chiamato lei, esiste ?
<< I due non c’entrano nulla. Forse Berlusconi vuole scimmiottare Bush, ma sono fenomeni totalmente diversi >>.
— LA SCHEDA —
Domani la conferenza al Centro Giovanni XXIII
L’incontro con Massimo Teodori, organizzato da Liberal, presieduto da Rosalba Schenal, è per domani pomeriggio alle 17.30 nella sala Muccin del Centro Giovanni XXIII. Introdurrà Marta Aggio. Teodori è ordinario di Storia e Istituzioni degli Stati Uniti all’ Università di Perugia, dopo aver insegnato in numerose altre Università. Collabora e ha collaborato con diverse riviste e giornali. Dal 1979 al 1992 è stato deputato e senatore del Partito Radicale. Attualmente è editorialista de “Il Giornale”. Ha scritto numerosi libri e saggi, ricevendo molti riconoscimenti e premi, dallo Stresa al Silone. Il suo ultimo libro, ” Raccontare l’ America “, è pubblicato da Mondadori nella collana Oscar saggi di storia.
IL LIBRO PRESENTATO:
<< RACCONTARE L’ AMERICA – Due secoli di orgogli e pregiudizi >>
( Ed. Mondadori – saggi di storia )
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In questo libro, aggiornato fino agli eventi della primavera 2005, un grande esperto dell’ America di ieri e di oggi ci fornisce gli elementi per comprendere la realtà di quel Paese, così singolare e complessa, e sfatare i molti pregiudizi e luoghi comuni circolanti in Italia. In venti rapidi quanto efficaci capitoli Massimo Teodori individua i nodi più significativi della nazione americana e li racconta, con semplicità e rigore, dando spazio ai diversi punti di vista senza tuttavia nascondere le sue idee, ponendo costantemente in relazione il passato con il presente, la storia
con l’ attualità, il particolare con il quadro d’ insieme. Il risultato è un libro che porta alla superficie quel che oggi scorre nelle vene profonde degli Stati Uniti, nel momento in cui il terrorismo islamista, nuovo protagonista globale, sta sfidando l’ intero Occidente.