Sabato 14 ottobre alle ore 17.30 nella sala teatro del Centro Giovanni 23mo di Belluno, per i Grandi incontri di Liberal Belluno, sarà presente Franco Cardini, professore emerito all’Istituto di Scienze umani e sociali di Firenze, directeur d’etudes de l’Ecole des Hautes etudes en Sciences socialed – Paris, Fellow della Harvard university, Berenson fond, relatore alla conferenza dal titolo “Mustafà Kemal e Reza Khan, due rivoluzioni nazionali (Turchia e Iran) a confronto.
Abbiamo contattato il professor Franco Cardini per questa breve intervista che segue.
Professor Cardini, in un articolo del 2015 pubblicato su ilgiornale.it lei ha infranto la cultura dominante dei vincitori nel dichiarare di non vedere differenze tra un partigiano e un terrorista. E’ così?
Non intendevo né offendere né meravigliare nessuno. Mi limitavo a osservare che i “soldati politici”, che combattono al di fuori degli eserciti legali e legittimati da un’autorità statale, sono considerati (con tutte le eccezioni del caso) degli eroi nel caso che la loro causa trionfi, dei criminali se essa viene sconfitta.
Ha anche paragonato i foreing fighters dell’Isis, che si arruolano e combattono per un ideale, ai volontari italiani che nel 1936-39 andarono a combattere in Spagna con i franchisti. A Belluno, il più noto dei legionari che combatté nella Guerra di Spagna è stato il
sergente maggiore pilota Ermenegildo Dal Pan, al quale gli venne dedicata anche la Scuola media, salvo accorgersi 7-8 anni dopo che l’eroe aviatore caduto in combattimento stava dalla parte dei fascisti e quindi, in un caldo ferragosto, cambiarono in fretta il nome alla scuola. Pare tuttavia che ad attrarre i nostri legionari in Spagna fossero le retribuzioni più che gli ideali. E’ d’accordo?
I Foreign Fighters dell’ISIS sono tipologicamente (e antropologicamente) avvicinabili a tutti coloro che vanno volontariamente a combattere per una causa ideale a loro avviso “giusta”. Che essa lo sia o meno obiettivamente, è un altro discorso. Che poi si possa andar a combattere per danaro coprendo le vere intenzioni del nostro gesto con il nobile velo di una bandiera o comun que di quella che da noi è come tale stimata, è vero, e fu senza dubbio il caso di molti combattenti della guerra di Spagna, più contractors che servitoridi un ideale. E’ verità antica quanto il mondo.
Buoni e cattivi, sfida Kim – Trump. La maggior parte della stampa occidentale dipinge Kim Jong, leader della Corea del Nord, come un pazzo. Del resto anche Donald Trump, quando ha sfidato la Clinton alla presidenza degli Usa, ci era stato presentato come un bizzarro miliardario. Posto allora che l’obiettività nell’informazione non esiste, si fa fatica a vedere la Corea del Nord come carnefice degli Usa. Lei cosa ne pensa?
Non credo che la Corea del nord possa mai davvero minacciare gli USA, anche se potrebbe certo recar loro danni e suscitar loro problemi. La questione è un’altra. Nel mondo ci sono paesi che non hanno accettato il patto di non proliferazione delle armi nucleari (India, Pakistan, Israele); e anch’essi, ovviamente, hanno fatto e fanno i loro tests nucleari. E’ vero che li ostentano meno del governo nord-coreano. Ma sarebbe il caso di adottare una linea coerente con tutti quei paesi: o condannarli o riconoscere la legittimità di quel che fanno anche se essa ci preoccupa.
(rdn)