L’onda araba ed il ruolo dell’Italia: rischi e prospettive
Arduino Paniccia1, Pier Paolo Cito2
professore di Studi strategici Univ.Trieste1, fotografo Associated Press Roma2
da “”IL GAZZETTINO”” di domenica 12 ottobre 2011: intervista al prof. Arduino PANICCIA
Il primo appuntamento sarà dedicato all’attualità, trattando di rischi e prospettive di un’ Italia che per ragioni storiche e geografiche non può chiamarsi fuori dalla bagarre. Sarà Arduino Paniccia, professore di Studi Strategici ed Economia Internazionale all’ Università di Trieste e preside dell’ Istituto Universitario della Fondazione CIELS di Padova, a offrire una panoramica sul mondo arabo in ebollizione: non solo Libia sotto il riflettore, ma Egitto, Siria, Turchia. Paniccia mette là una sorta di premessa: << Oggi i media sono tutti concentrati su manovre economiche, borse e disoccupazione, come è giusto che sia. Ma pure quello che accade fuori dai confini tocca il nostro interesse, perché i costi per ottemperare a impegni con ONU, NATO e UE vanno a gravare sui già disastrati bilanci >>. Entrando nello specifico è ovvio toccare il tasto Libia: << E’ vero che il nostro ambiguo rapporto con Gheddafi ci aveva portati a beneficiare di legami quasi monopolistici, ma mentre poi noi ci flagellavamo rosi dai sensi di colpa per essere stati complici del riscoperto nemico, la Francia e la Gran Bretagna meno inclini all’autoflagellazione sono corse senza vergogna a stringere accordi con il CNT, completamente dimentiche di aver stretto con il colonnello accordi assai più biasimevoli >>. Anche sulla questione siriana Paniccia anticipa qualcosa del suo intervento: << Per bizzarro che sia la Siria di Assad rappresenta per l’ Occidente e Israele un nemico prevedibile, quindi uno stato canaglia che però nessuno vuole che cada.