Sabato 12 dicembre alle ore 17.30 al teatro del Centro congressi Giovanni 23mo in piazza Piloni a Belluno, per il ciclo I grandi incontri di Liberal Belluno, si terrà la presentazione del romanzo “Le ateniesi” di Alessandro Barbero, professore ordinario di Storia medievale, collaboratore de ” La Stampa ” e reti televisive Rai. Con moderatore Franco Tosolini, ricercatore storico.
Ecco l’intervista all’autore
– Guerra, ingiustizie, stupri di gruppo, lotta di classe, dominano nella Atene del 411 a C. del suo ultimo romanzo “Le Ateniesi”. Dopo 2500 anni è cambiato qualcosa nel mondo, o i problemi sono rimasti gli stessi?
Sono vere tutt’e due le cose. Il mondo cambia, cambia continuamente, nascono continuamente nuovi motivi di conflitto, la storia non si ripete mai uguale. Anche gli uomini cambiano: i modi di pensare e di agire, le cose che si possono o non si possono fare, cambiano da un’epoca all’altra. Ma al tempo stesso l’uomo dal punto di vista animale rimane lo stesso: istinti, voglie, pulsioni, passioni sono sempre quelli. E il problema della convivenza, all’interno del genere umano, fra quei due animali molto diversi che sono l’uomo e la donna è rimasto irrisolto, nonostante gli enormi passi avanti che l’Occidente ha fatto, da questo punto di vista, nell’ultimo secolo.
– Le donne dell’antica Grecia si coalizzarono e attraverso il ricatto sessuale ai loro uomini cercarono di opporsi alla guerra tra Atene e Sparta. Secondo Lei esiste ancora la solidarietà femminile oggi in politica o si è dissolta?
Mi sembra che la solidarietà femminile fosse possibile finchè le donne erano escluse, ed erano tutte accomunate dalla stessa situazione di inferiorità. Oggi formalmente le donne hanno gli stessi diritti degli uomini, anche se sappiamo tutti che rimane molto da fare perchè la realtà si adegui alle leggi; è più difficile, per le donne, trovare una causa comune per cui battersi; e dubito che una donna, per il solo fatto di essere donna, possa provare solidarietà per certe figure di donne che si trovano oggi ai vertici del mondo politico o imprenditoriale.
– Ruolo femminile nella società. Qual è il messaggio del romanzo alle donne contemporanee?
A dire la verità, l’idea che un romanzo debba contenere un messaggio fa venire un brivido allo scrittore – e tuttavia Le Ateniesi parla di problemi di oggi e di sempre, inutile tirarsi indietro. Diciamo che non manda un messaggio, ma è un modo per mettere sul tappeto dei problemi su cui è bene interrogarsi, riflettere, discutere – dalla democrazia, alla violenza maschile.
– La democrazia di oggi dà sufficienti garanzie di giustizia rispetto alla democrazia di Atene, dove le due ragazze Glicera e Charis, sono vittime della violenza da parte dei giovani di buona famiglia.
Ma il bello è che anche nell’Atene di allora per i cittadini c’erano precise garanzie, anzi forse i cittadini poveri erano più tutelati di quanto non lo siano oggi rispetto alla violenza o alla prevaricazione dei ricchi – perché erano davvero i poveri a governare…
Lotta di classe, deriva di sopraffazione degli uomini sulle donne, capacità di queste ultime di trasformarsi in eroine. E un passato che non sembra così lontano dal presente. “Le ateniesi”, il nuovo romanzo di Alessandro Barbero, storico e scrittore italiano, sarà presentato oggi alle 17.30 nel teatro del Centro Giovanni XXIII di Belluno, nell’ambito del ciclo “I grandi incontri” dell’associazione Liberal. Il lavoro di Barbero è ambientato nella Grecia del 411 a.C. Un affresco crudo di quell’epoca.
Quali motivazioni l’hanno spinta a scegliere proprio quel contesto storico? «La voglia di scrivere questo romanzo è nata leggendo un altro libro, “Il mondo di Atene” di Luciano Canfora», spiega Barbero, professore ordinario di Storia medievale, collaboratore di “La Stampa” e reti televisive Rai. «È un libro bellissimo con un titolo fuorviante, perché analizza in realtà solo il colpo di stato antidemocratico del 411 a.C.
Leggendolo mi è venuto da pensare che democrazia in pericolo, gruppetti che preparavano il colpo di stato e per spianargli la strada pianificavano azioni terroristiche per seminare paura, odio reciproco fra ricchi e poveri, oligarchi e democratici, mi ricordavano l’Italia degli anni Settanta. E di colpi mi è tornato in mente un delitto-simbolo di quegli anni, il massacro del Circeo, e mi sono detto che un delitto simile avrebbe potuto verificarsi anche in quella Atene…».
In quel passato vede uno specchio della nostra contemporaneità? I problemi restano gli stessi? «Sì, purché non irrigidiamo la storia in leggi o schemi: diciamo che ci sono questioni, come violenza maschile, guerra e pace, democrazia o tirannide, che si ripresentano in epoche diverse con caratteristiche bensì diverse, ma anche con delle similitudini abbastanza spinte».
Quale significato può avere parlare oggi della democrazia ateniese? «Noi usiamo il termine democrazia come se volesse dire sempre la stessa cosa. Non è così. Parlare della democrazia ateniese, che era una democrazia diretta, grandiosa e terribile, con tutte le decisioni nelle mani dei cittadini che votavano, significa prendere coscienza che i sistemi democratici possono essere molto diversi fra loro, e che magari quella che oggi chiamiamo democrazia non è più la stessa non dico di duemila, ma di cinquant’anni fa».
A preoccupare nella situazione odierna non è anche il clima di diffusa rassegnazione?
«Ma certo. È per questo che immagino, o almeno spero, che il mio romanzo possa contribuire a suscitare in chi lo legge degli interrogativi. C’è stata un’epoca in cui per la democrazia si era disposti a uccidere, e a rischiare la vita…». Martina Reolon
Presentazione di Rosalba Schenal
Signore e signori buonasera.
E’ un grande onore e un vero piacere avere con noi il prof. Alessandro Barbero che ringrazio vivamente.
Il professore ha una straordinaria capacità, un dono della natura, far rivivere la storia tra le pagine per il lettore.
Le Ateniesi, il suo ultimo coinvolgente lavoro, di grande realismo a tratti anche molto duro, mette in scena nell’antica Atene un terribile fatto accaduto in Italia negli anni 70 e nello stesso tempo porta sul palcoscenico una commedia antica dal significato sempre attuale.
Quest’abile operazione dimostra che, dopo 2500 anni di storia, è cambiato poco. Il desiderio di potere politico, di dominio, il vantaggio della ricchezza, la sopraffazione del forte sul debole, dell’uomo sulla donna, sono immutati.
Sono necessari grande coraggio, forza d’animo e ferrea determinazione per tentare di cambiare il corso della storia.
ALESSANDRO BARBERO è piemontese, nato a Torino, si laurea in Lettere nella sua città a 22 anni con una tesi in Storia Medioevale, nei tre anni successivi perfeziona i suoi studi alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Dal 1994 al 1998 è ricercatore all’Università Tor Vergata di Roma dove diventa professore ordinario, attualmente è straordinario all’Università del Piemonte Orientale.
E’ autore di numerosi saggi, romanzi e articoli storici.
I suoi lavori sono tradotti in Europa e in America.
Vince nel 1996 il Premio Strega e il Premio Grinzane Cavour Autori Emergenti, nel 2001 il Premio isola d’Elba,
nel 2005 è insignito dal Governo Francese del titolo di “Cavaliere dell’ordine delle Arti e delle Lettere”.
Collabora con le reti televisive della RAI, con il quotidiano “La Stampa” e Tuttolibri, con la rivista “ Medioevo “, con la Domenica del Sole 24 Ore. E’ membro del comitato direttivo del Premio Strega e del comitato di redazione della rivista “Storica”, dirige “Storia d’Europa e del Mediterraneo”.
Conduce FRANCO TOSOLINI, ricercatore storico, nato a Udine, laureato in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano, dove lavora e vive.
Le opere pittoriche esposte questa sera sono:
“ Girasoli “ di Sandra Andreetta
“ Primizie di Natale “ di Nicola Comiotto
“ Colori dell’anima “ di Roberto Lazzarotto
Infine vi ricordo che sono aperte le iscrizioni a Liberal per il 2016.
Grazie.
Articolo Giornale post-incontro
Biblioteca
Le Ateniesi è un romanzo sorprendente, a tratti durissimo, che narra con potenza visionaria la lotta di classe, l’eterna deriva di sopraffazione degli uomini sulle donne, l’innocenza e la testardaggine di queste ultime, la necessità per gli uni e le altre di molto coraggio per cambiare il corso della storia.
Atene, 411 a.C. Siamo in campagna, appena fuori dalle porte della città, dove, in due casette adiacenti, abitano due vecchi reduci di guerra, Trasillo e Polemone. Anni prima hanno combattuto insieme nella ingloriosa battaglia di Mantinea, che ha visto gli Ateniesi sbaragliati dagli Spartani, sono sopravvissuti e ora vivono lavorando la terra e senza mai decidersi a trovare un marito per le loro due figlie, Glicera e Charis, che però iniziano a mordere un po’ il freno. Per i due vecchi l’unica cosa che conta è la politica. Atene ha inventato la democrazia ma deve difenderla, i ricchi complottano per instaurare la tirannide: anche il vicino Eubulo, grande proprietario che si ritira in una villa poco distante quando le fatiche della vita nella polis richiedono un po’ di riposo, è guardato con sospetto. Ma Charis e Glicera pensano che i padri vivano fuori dal mondo: per loro il giovane Cimone, figlio di Eubulo, ricco, disinvolto e arrogante, è un oggetto di sogni segreti. È così che, quando tutti gli uomini si radunano in città per la prima rappresentazione di una commedia di Aristofane, le ragazze violano tutte le regole di una società patriarcale e accettano di entrare in casa di Cimone, lontane dagli occhi severi dei padri. Ma mentre in teatro l’ateniese Lisistrata e la spartana Lampitò decretano il primo, incredibile sciopero delle donne contro gli uomini per invocare la fine di tutte le guerre, la notte nella villa di Eubulo prende una piega drammatica. Con la sua straordinaria capacità di far rivivere per noi la storia tra le pagine, Alessandro Barbero compie un’operazione affascinante e spregiudicata: mette in scena nell’Atene classica un dramma sinistramente attuale e al tempo stesso porta sul palcoscenico una commedia antica facendoci divertire e appassionare come se fossimo i suoi primi spettatori.