LA PRIMAVERA ARABA: ne valeva la pena?
Sandro DE BERNARDIN
Chi è:
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Invito dell’incontro:
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Articolo Giornale pre-incontro
Da “Il Gazzettino” di domenica 4 novembre 2012 a cura di Daniela De Donà
“Risveglio arabo senza ritorno”
Dopo due anni il bilancio, sintetizzato da una domanda: ha ancora senso definire <<primavera>> quanto è successo nel mondo arabo ? A dare risposta sarà l’ Ambasciatore Sandro De Bernardin, Direttore Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza della Farnesina (Ministero degli Esteri), ospite dell’associazione Liberal presieduta da Rosalba Schenal.
Introdotto dal Caporedattore del Gazzettino di Belluno, Ugo Pollesel, De Bernardin offrirà analisi e spunti di riflessione sabato prossimo alle 17.30 in sala Muccin del Centro Congressi di Belluno.
Il concetto di Primavera evoca scenari idilliaci, ma la realtà è ben diversa. E’ così ?
<< Probabilmente ha ragione chi propone di definire questa esperienza come risveglio arabo. Il mutamento è epocale. Un genio è uscito dalla lampada di Aladino e non lo si potrà più ricacciare dentro. E’ il genio della partecipazione delle masse arabe alla vita politica>>.
Si potrebbe parlare di “genio della democrazia” ?
<< Non mi spingerei a tanto. Ora siamo nella fase del travaglio, che per definizione è doloroso: speriamo che finisca per nascerne un ordine migliore>>.
In Siria c’è la guerra civile. Perchè la comunità internazionale incoraggia da un lato gli insorti siriani e, dall’altro, li abbandona al loro destino ?
<< Scardinando il vecchio ordine la Primavera araba ha anche turbato vecchi equilibri d’interessi. E ciò si riflette nell’attuale paralisi del Consiglio di Sicurezza>>.
Una paralisi di cui tutti paghiamo il prezzo.
<< La sfida dei nuovi equilibri nel mondo arabo vede impegnate quattro squadre: i paesi della regione, gli europei, gli americani e i russi. La posta in gioco è costituita da influenza econo-mica, sicurezza di approvigionamenti energetici, equilibrio geostrategico>>.
E nessuna di queste squadre può permettersi di perdere.
<< Per questo la soluzione si troverà solo in una logica non di competizione, ma di cooperazione. E’ questo l’obiettivo a cui lavora il Governo italiano>>.
Saggio farci coinvolgere ? Meglio se ci fossimo astenuti ?
<< Tutto quello che succede nel bacino del Mediterraneo ci obbliga a prendere posizione. E quando la gente reclama libertà d’espressione e maggior partecipazione alla vita politica, o contesta regimi basati sulla corruzione e la repressione, da che parte dovremmo stare ?>>.
Presentazione di Sandro DE BERNARDIN a cura di Rosalba Schenal il 10 novembre 2012
Signore e signori buonasera e benvenuti.
Sandro DE BERNARDIN è nato a Venezia nell’agosto del 1949.
Consegue nel luglio 1972 la laurea in Scienze Politiche presso l’ Università di Padova.
Entra in carriera diplomatica il 2 luglio 1973, a seguito di esame di concorso.
Dall’ agosto 1973 al settembre 1975 presta servizio presso la Direzione Generale del Personale e dell’Amministrazione (Ufficio Ricerca, Studi e Programmazione).
Dal settembre 1975 al novembre 1977 è alla Segreteria Generale del Ministero.
Tra il novembre 1977 e l’ aprile 1981 è alla Rappresentanza permanente d’ Italia presso l’ O.C.S.E. in Parigi, con funzioni di Secondo Segretario Commerciale e quindi di Primo Segretario Commerciale.
Dall’aprile 1981 è in servizio presso l’ Ambasciata d’ Italia a Kinshasa.
Il 1° maggio 1983 è promosso Consigliere di Legazione e viene quindi confermato a Kinshasa con le funzioni di Consigliere.
Rientrato al Ministero degli Affari Esteri nel febbraio 1985 alle dirette dipendenze del Direttore Generale del Personale e Amministrazione, nel luglio dello stesso anno assume l’incarico
presso l’Ufficio XIII (OSCE) della Direzione Generale per gli Affari Politici.
Il 1′ gennaio 1989 è promosso al grado di Consigliere di Ambasciata.
Dal febbraio 1990 al novembre 1994 presta servizio all’ Ambasciata d’ Italia a Parigi con funzioni di Primo Consigliere.
Dal novembre 1994 al giugno 1998 è presso l’ Ambasciata l’ Italia ad Ottawa, con funzioni di Primo Consigliere Commerciale e successivamente di Ministro Consigliere.
Rientra al Ministero degli Esteri nel giugno 1998 ed è nominato nel novembre dello stesso anno Capo dell’ Ufficio I (Unione Europea) della Direzione Generale per gli Affari Politici.
Il 1° gennaio 2000 è nominato Capo dell’ Ufficio IV (tematiche PESC/PESD) della neo costituita Direzione Generale per l’ Integrazione Europea.
E’ promosso Ministro Plenipotenziario il 23 giugno 2000.
Il 1° gennaio 2001 è nominato Corrispondente Europeo e Coordinatore per la Politica Estera e di Sicurezza Comune e delle Competenze dell’ UE in materia di gestione delle crisi.
Dal 1° aprile 2004 è altresì nominato Coordinatore per la Politica Europea di Sicurezza e Difesa e della partecipazione italiana alle attività di gestione delle crisi in ambito UE.
Dal 1° giugno 2004 è AMBASCIATORE d’ ITALIA a Tel Aviv.
Rientra al Ministero degli Affari Esteri il 2 settembre 2008 per assumervi l’incarico di Vice Segretario Generale con funzioni di Direttore Politico (istituito nel quadro della riorganizzazione del Ministero degli Affari Esteri di cui al D.P.R. 19 dicembre 2007, n.258).
Dal 16 dicembre 2010 assume l’incarico di DIRETTORE GENERALE PER GLI AFFARI POLITICI E DI SICUREZZA/DIRETTORE POLITICO.
Moderatore della serata:
Ugo Pollesel Caporedattore de ” Il Gazzettino” di Belluno
Articolo Giornale post-incontro
Da “Il Gazzettino” dell’11 novembre 2012 di Daniela De Donà
Folto pubblico e molta attenzione per l’Ambasciatore De Bernardin
“IMPREPARATI ALLE RIVOLTE ARABE”
E’ saltato il tappo, e i fattori di disagio sono usciti urlando. Dando il via, già nei primi mesi del 2010, a quella che è nota come la primavera araba, anzi, la <<nuova stagione araba>> per dirla con le parole dell’ Ambasciatore Sandro De Bernardin che ieri sera – ospite dell’ Associazione Liberal – ha ricostruito la cornice di uno scossone che ha coinvolto il Nord Africa.
<< Regimi che duravano da decenni si sono dissolti quando in Occidente si è sviluppato l’uso dei biocarburanti e i prezzi delle derrate agricole sono andati alle stelle colpendo la parte più debole della popolazione>>, è il parere del Diplomatico, Direttore Generale per gli Affari politici e di Sicurezza della Farnesina. <<Rivolte, nate nelle città, che sia in Tunisia sia in Egitto, ci hanno trovati impreparati, perchè erano endogene. Certo non provocate da fondamentalisti>>.
L’analisi di De Bernardin – che ricorda volentieri le sue origini zoldane (nonno Giovanni di Forno, trasferito a Venezia per lavorare all’ufficio Economato) e le vacanze da ragazzo a Vinigo di Cadore – tocca i regimi repubblicani e monarchici caduti. Dall’Oman al Marocco <<che hanno intrapreso la strada delle riforme>>, a Paesi, come Kuwait, Emirati arabi uniti o Arabia Saudita <<che hanno puntato alle elargizioni per tenere buone le masse>>.
Dopo l’excursus sociale del fenomeno – presentato da Ugo Pollesel, Caporedattore de Il Gazzettino di Belluno – si entra in questioni che toccano direttamente gli interessi italiani: << in Libia la nostra Diplomazia ha deciso di reagire con la forza a causa dell’efferatezza della repressione>>. Certo con il presupposto giuridico della comunità internazionale, che ha il dovere di proteggere i civili.
L’Italia, insomma, non poteva offrire sponda a Gheddafi << perchè le partnership non si possono basare solo su comunanza di interesse economico, ma pure su valori>>.
Ora, per De Berandin, in Libia <<siamo costretti a un bagno di umiltà>>. Anche se, sottolinea il Diplomatico, <<la Francia non ha scalzato l’Italia nei rapporti privilegiati, i contratti continuano>>. E come riferisce il Diplomatico, i libici degli italiani dicono <<ci avete lasciato anche la civiltà>>.
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Le Foto dell’incontro