«Se commettiamo l’errore politico di assimilare il terrorismo all’Islam, sarebbe il più bel regalo che possiamo fare all’Isis. Le banlieue di Parigi si trasformerebbero nella Beirut d’Europa, sarebbe la destabilizzazione. Ma l’opinione pubblica pensa che siamo in guerra con l’Islam. E io, da analista, vi dico che non ho alcuna speranza». E’ il finale agghiacciante con il quale il professor Alessandro Grossato, geopolitico, orientalista e storico delle religioni, ha concluso questa sera la conferenza sulla Macroregione alpina per I Grandi incontri di Liberal tenutasi in sala congressi del Centro Giovanni 23mo di Belluno.
Inevitabile che i fatti accaduti a Parigi venerdì sera balzassero al centro dell’attenzione della serata, considerato il curriculum del relatore.
«E’ matematico – ha detto il professor Grossato – che vi saranno altri attentati. Vi sono 1500-2000 cittadini di nazionalità francese che hanno combattuto in Siria e 300 di loro sono tornati in Francia e sono pronti ad agire. Altri 5000 sempre di cittadinanza francese e di regilione islamica, vogliono entrare nella guerra attiva. Ma c’è di più. Da una indagine condotta in Francia 15mila-20mila persone si erano dichiarate disponibili all’azione e sono state disincentivate. Spiace constatare che l’immigrazione ha favorito l’arrivo in Europa di terroristi. Oramai il salto di livello è stato fatto. Dovevamo saperlo quando abbiamo accettato di andare in Afghanistan, 14 anni fa. L’Afghanistan è un paese che non ha grandi risorse, non ha forze armate. Perché bisognava prorogare la missione fino al 2016? Per comprendere basta guardare la cartina geografica. Se devi fare una guerra in prospettiva alla Cina una base terrestre strategica è fondamentale. La guerra fredda è finita da tempo, il terrorismo islamico è molto utile alla mobilitazione di massa, propedeutico per una guerra contro la Russia. Le flotte che si muovono nel Mediterraneo sono quelle della Russia e degli Usa. Questa è la vera mobilitazione, il resto è solo scenario. L’Isis può disporre di 40mila uomini, ma non ha flotte né aeronautica. Il Califfato è ridotto a livelli penosi, ed è finanziato dal Quatar e dall’Arabia Saudita, quest’ultima nostro alleato…
Esplosivo di tipo militare, Kalashnikov, munizioni, come fanno questi terroristi a trasportare e disporre di tutto questo»?
Insomma, il professor Alessandro Grossato non lo dice apertamente, ma vari indizi convergono sugli Usa, la Cia, responsabile all’inizio di aver finanziato l’Isis.
Il quadro generale che ne consegue è terrificante, anche la riduzione degli arsenali militari sarebbe stata funzionale di guerre future, guerre nucleari a basso regime, per non causare la distruzione totale del pianeta.
Quale potrebbe essere il prossimo obiettivo strategico dei terroristi? «Colpire nel mucchio. Il Giubileo è sicuramente un bersaglio perfetto».
Roberto De Nart