La guerra segreta per il controllo dell’Italia e del petrolio, da Cavour a Moro
Giovanni Fasanella, Franco Tosolini
giornalista parlamentare di Panorama1, ricercatore storico ed esperto su La guerra segreta per il controllo dell’Italia e del petrolio, da Cavour a Moro
Da “Il Gazzettino” del 7 ottobre 2012 intervista a Giovanni Fasanella a cura di Daniela De Donà.
“Il codice genetico dell’Italia d’oggi”
La faccia nascosta dell’Italia, capace di spazzare verità e metterle sotto il tappeto.
Rimuovendole se antieroiche.
La stagione 2012-2013 dei Grandi Incontri LiberalBelluno si apre con “La guerra segreta per il controllo dell’Italia e del petrolio, da Cavour a Moro”.
A fare chiarezza sarà Giovanni Fasanella, giornalista parlamentare di Panorama e autore di “Il golpe inglese” (a quattro mani con Mario Josè Cereghino), “1861, la storia del Risorgimento che non c’è sui libri di storia” (con Antonella Grippo) e, in libreria dal 9 ottobre, “Intrighi in Italia 1861-1915”.
L’appuntamento è per sabato 13 alle 17.30 in sala Muccin dal Centro Giovanni XXIII.
Introduce Franco Tosolini, ricercatore storico.
Trasformismo in politica, corruzione, tendenza ad accordarsi con poteri forti.
Lei dice che è tutto nel dna dell’Italia. Una visione che non lascia margine alla speranza di uscirne fuori ?
<< Tutto è nel codice genetico: un filo mai spezzato unisce il modo in cui venne fatta l’Italia all’oggi. Un filo degenerato in patologie che rischiano di debilitare irrimediabilmente il tessuto unitario del paese. Il mio non è pessimismo senza speranza, ma crudo realismo, perchè conoscere l’origine dei mali di ora può aiutare a curarli e vincerli>>.
Quale il legame tra Cavour e Moro ?
<<Un’idea dell’interesse nazionale e l’autonomia del nostro Paese da interessi stranieri>>.
Italia senza petrolio, ma dentro alla guerra per il petrolio: quale il futuro di chi non ha l’oro nero ? <<Il petrolio è come il sangue e l’aria, fonte energetica irrinunciabile per tutti. L’Italia per la sua posizione geografica è al centro dell’area petrolifera più strategica del mondo. Per questo hanno spesso tentato di controllarci, per controllare il Mediterraneo e il Medio Oriente>>.
Tutti adoriamo James Bond: per altro documenti desecretati dagli archivi londinesi di Kew Gardens ci mostrano i servizi segreti inglesi in atteggiamenti poco simpatici verso l’Italia.
<< La Gran Bretagna è appunto uno di quei paesi che, per accedere a fonti di approvigionamento, ha tentato di condizionare la nostra politica sin dal Risorgimento, spesso con atteggiamenti e operazioni ostili>>.
Lei si è occupato di Eni e del suo presidente Enrico Mattei, prima fascista, poi partigiano, poi uomo della DC: inviso a chi ?
<< Incarnava la politica energetica nazionale. Ha dato fastidio ad interessi stranieri e ne ha pagato il prezzo>>.
Da “Il Gazzettino” del 14 ottobre 2012 a cura di Daniela De Donà.
GLI INCONTRI DI LIBERAL Consueto pienone ieri al Centro Giovanni XXIII
Segreti (e omicidi) di Stato
I fatti oscuri della storia d’ Italia spiegati da Giovanni Fasanella
Solito pienone per gli incontri di Liberal, che ieri ha aperto la stagione 2012-2013 nella consueta sede della sala Muccin del Centro Giovanni XXIII di Belluno. Dove stavolta sono stati svelati misteri e rivelati fatti oscuri d’ Italia, indagati senza fantasie e di là dalla facile teoria del complotto. Ecco che Camillo Benso, conte di Cavour, non morì per attacco di ipertensione o avvelenamento dell’amante. Fu assassinato dai suoi medici per ordine degli inglesi. L’esecu-
tore materiale del delitto Matteotti, Dumini, lavorava per Mussolini, ma pure per i servizi segreti inglesi. Dall’ intelligence britannica fu fatto fuori, con il sabotaggio dell’aereo, Enrico Mattei.
E – a sorpresa – probabilmente anche dietro alla morte di Aldo Moro c’è la lunga mano della Gran Bretagna. Le colpe ? << Cavour, inseminatore dell’ideologia unitaria, aveva idee perico-
lose per l’epoca, contrarie a quelle dei Savoia, una delle più rozze casate d’ Europa. Ha lottato
contro la finanza anglo-tedesca che pretendeva di accappararsi le grandi strutture della nuova Italia, a cominciare dalla ferrovia>>. Mattei, con Agip ed Eni e una politica energetica autonoma, scombinò le carte agli inglesi <<che volevano fare del nostro Paese, al centro del
Mediterraneo, un porto naturale per i loro interessi in Africa e Oriente>>. Mattei venne definito
dagli inglesi <<una verruca, un’escrescenza da estirpare in tutti i modi>>. Perchè, con spirito
terzomondista, appoggiò i movimenti di liberazione nazionale e fece contratti in cui i proventi del petrolio non si dividevano a metà (il noto fifty-fifty delle Sette sorelle del petrol oil) ma a chi
estraeva rimaneva il 75 per cento, a Eni il 25.
Ad aver utilizzato, per la prima volta, documenti desecretati dell’archivio londinese di Kew Gardens è stato Giovanni Fasanella giornalista d’inchiesta, documentarista e sceneggiatore.
Moderato dallo storico Franco Tosolini, Fasanella ha messo tessere nuove su delitti eccellenti,
punte di un iceberg di un atteggiamento generale: <<gli inglesi sono tra i fautori del pregiudizio anti italiano che perdura nel mondo ancora oggi>>.
Eppure la mafia è stata da loro sostenuta, <<utilizzata nel sistema difensivo anticomunista>>.
Mafia che dagli inglesi il nostro governo fu obbligato a non toccare <<perchè aveva dato una
mano nello sbarco in Sicilia>>. E su un terreno preparato dal governo britannico furono i picciotti della mafia ad aprire le porte di Palermo a Garibaldi, e la camorra a mettergli il tappeto rosso a Napoli.