Il ruolo dell’Italia per la pace e la stabilita’ nel Mediterraneo
Arduino Paniccia 1, Leonardo Leso 2
consulente ONU 1, comandante Unita’ Mobili dei Carabinieri 2
da “”LA PACE ARMATA – Il ruolo dell’ Italia nella nuova dottrina strategica”
(Mazzanti Editori)
di Arduino PANICCIA in collaborazione con Leonardo LESO e Andrea CASTELLI
Alla Guerra Fredda, combattuta per delega di Stati Uniti e Unione Sovietica sui fronti del Terzo Mondo, è seguita una nuova guerra per il controllo delle risorse energetiche e il presidio del “Confine Orientale” da parte della super potenza americana. Il nemico non è più la dittatura del proletariato, ma l’ integralismo islamico. Il muro che non passa più per Berlino, è stato innalzato a Gerusalemme, cogliendo l’ Europa ancora poco preparata. Sullo sfondo riappaiono i fantasmi del pericolo giallo e ritorna lo spettro del nucleare. Stabilizzazione e pace sono i reali obiettivi della Grande Strategia che dovrà prevenire un eventuale conflitto nucleare ed elaborare efficaci risposte nel confronto, totalmente asimmetrico, con il terrorismo internazionale.
< Prologo >
Il futuro non è ancora accaduto. Il fatto che sia sconosciuto non significa che non possiamo modificarlo.
Arduino Paniccia
< Capitolo 1 >
La conoscenza del futuro non può essere acquisita con l’ aiuto degli Dei o dei Demoni, né può essere soltanto ricavata da confronti, misure o calcoli. La conoscenza del nemico può essere acquisita solo dagli uomini.
Sun Tzu, stratega cinese (V – VI sec. a.C.)
< Capitolo 3 >
Una Guerra Fredda ci è bastata.
Anthony Zinni, Generale dei Marines
L’ attuale regime cinese viene sempre più spesso definito come una inedita forma di “autoritarismo di mercato”. Poco più di duecento iper-ricchi (molti appena quarantenni) governano unitamente ai vecchi mandarini del Partito Comunista economia, produzione, banche e finanza. Al secondo gradino della gerarchia stanno centomila “famiglie” con redditi superiori a 3 milioni di USD annui. Questo è il ristrettissimo vertice della immensa piramide cinese, che ha alla base oltre 1,3 miliardi di persone e oltre 8 milioni di imprese, delle quali mezzo milio- ne costituite attraverso la presenza di capitali e investimenti stranieri. La Cina è divenuta la “fabbrica del mondo” mantenuta in ordine da uno Stato autoritario e un sistema neo-feudale che gestisce non solo l’ economia, ma anche una crescente potenza militare. Il popolo non contava niente prima e continua a contare poco anche oggi. Anche la Cina sta conducendo una sua particolare guerra, scatenata dalla necessità di approvvigionarsi di petrolio, di altre fonti energetiche e di materie prime. Ciò la spinge non solo a rastrellare ovunque energia e minerali, ma addirittura a tentativi di scalata a grandi colossi americani e occidentali del settore. Questo immenso bisogno di risorse infatti ha portato ad un accordo tra le “tre sorelle” cinesi (CNOOC, SinoPec, Petrochina) volto ad acquisizioni di quote e partecipazioni in altre compagnie mondiali, spaziando dalla Nigeria al Sudan, dal
Kazakistan all’ Ecuador, dal Canada alla Russia.
< Capitolo 4 >
Credevano i nostri principi italiani, prima che assaggiassero i colpi delle oltremontane guerre, che a un principe bastasse scrivere una bella lettera, pensare un’ acuta risposta, mostrare arguzia e prontezza, ornarsi di gemme e d’ oro, saper tessere una frode, governarsi coi sudditi superbamente, tenere assai lascivia intorno, dare i gradi della Milizia per Grazia, volere che le parole loro fossero come responsi di oracoli. Non si accorgevan, o i meschini, che si preparavano ad essere preda di qualunque li assaltava.
Niccolò Macchiavelli
pensatore italiano (1469 – 1527)
< La ragion di stato >
Quale deve essere il ruolo internazionale dell’ Italia ? Quello di un protagonista attivo della scena diplomatica e militare, quello di un gregario al seguito di altre potenze o quello di osservatore esterno ad ogni coalizione ? La risposta a questa domanda è la chiave di volta della nostra politica estera e confine all’ interno del quale tarare le nostre aspirazioni, le nostre rivendicazioni e le nostre ambizioni come Nazione. Sapere cosa vogliamo fare nell’ arena internazionale è condizione indispensabile per definire i nostri obiettivi strategici, tenendo conto che fine prioritario della strategia di un paese è anzitutto la tutela del così detto “interesse nazionale”, sia che esso riguardi i bisogni e le aspirazioni legittime dei singoli, che quelle della nazione.