Sabato 25 marzo alle ore 17,30 al teatro del Centro congressi in piazza Piloni a Belluno per la rassegna culturale “I Grandi incontri di Liberal Belluno”, si terrà l’incontro con Frencesco Giubilei, direttore di Historica edizioni e autore di saggi. Conduce il giornalista Gennaro Pesante. L’iniziativa è dell’Associazione culturale Liberal Belluno presieduta da Rosalba Schenal.
Anticipiamo la serata con l’intervista al relatore Francesco Giubilei.
Qualche anno fa la stampa nazionale si è occupata con interesse di te e ti ha definito il più giovane editore italiano, fondatore nel 2008 della casa editrice Historica, rivista di letteratura scaricabile gratis online. Dunque una innovazione nel settore. Nove anni dopo pubblichi il libro “Storia del pensiero conservatore” nel quale difendi il conservatorismo, ovvero il pensiero di chi rimane agganciato alle tradizioni opponendosi al progressismo. Non c’è una contraddizione di fondo in questo?
“Assolutamente no, il conservatore non è il reazionario, non rifiuta l’innovazione, al contrario l’accetta e talvolta la auspica purché non vada a intaccare valori giudicati insindacabili (la famiglia, l’identità storica e culturale, la tutela dei corpi intermedi…)”.
Conservatore, nella lingua parlata, assume una connotazione per lo più negativa. Con il libro tu vuoi in qualche modo riabilitare e rendere giustizia a questa “distorsione”. Chi sono i conservatori illustri ai quali fai riferimento per sostenere la tua tesi?
“I conservatori nella storia sono stati più di quanto si possa immaginare, dalla cultura alla politica, dalla scuola al mondo economico. I principali conservatori italiani trattati nel libro sono Indro Montanelli, Leo Longanesi, Giuseppe Prezzolini. Il pensiero conservatore nasce con il filosofo anglo-irlandese Edmund Burke autore del libro “Riflessioni sulla rivoluzione francese” ma nel mondo anglofono si possono citare da Roger Scruton a Russell Kirk in America, in Germania Ernst Junger, in Francia Maistre o Bonald…”
Dal punto di vista politico, quali schieramenti oggi in Italia rappresentano meglio il conservatorismo?
“Se dovessi individuare un singolo partito che rappresenti il pensiero conservatore in Italia oggi non potrei fare nomi poiché non esiste nel nostro paese un partito conservatore. Questa è probabilmente una delle cause dell’attuale desolante panorama dei partiti di centrodestra. Vi sono invece pensatori, intellettuali e anche alcuni singoli politici che indubbiamente intercettano idee e prerogative del conservatorismo ma, al di là di singole personalità, vorrei porre l’attenzione sulla necessità di pensare un progetto non solo culturale ma anche politico che intercetti le idee conservatrici. È necessario pensare un moderno partito conservatore che possa governare e farsi portatore di valori oggi sempre più in discussione”.
Essere conservatori oggi significa essere anticonformista?
“In una società dominata dal progressismo come quella contemporanea, essere conservatori è senza dubbio un gesto di anticonformismo anche se non apprezzo l’anticonformismo a tutti i costi che emerge in taluni ambienti conservatori, andare “contro il sistema” aprioristicamente è allo stesso modo errato”.
Un conservatore come si pone oggi rispetto alle grandi questioni come immigrazione, sistema democratico (leggi elettorali) ed euro (sovranità monetaria)?
“È una domanda che richiederebbe un’ampio approfondimento, tralasciando le leggi elettorali che sono un tema più tecnico e politico che valoriale, proverò a dare una risposta sull’immigrazione e l’Europa. Il conservatore non è contrario all’immigrazione, slogan come “chiudiamo le frontiere” sono lontani dal pensiero conservatore ma è consapevole della necessità di regolamentare i flussi migratori per tutelare e salvaguardare l’identità dei popoli e delle nazioni. Allo stesso tempo il conservatore accetta l’Europa intesa come unità ancor prima che economica culturale basata su valori e su una storia condivisa ed è contrario a chi dice l’Italia dovrebbe uscire dall’Unione Europea. È invece assolutamente convinto della necessità di ripensare l’Europa così come è oggi”.