ERETICO O SANTO
Giordano Bruno GUERRI Scrittore e giornalista Presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani |
Locandina dell’incontro
Articolo Giornale pre-incontro
Presentazione a cura di Rosalba Schenal
Signore e signori buonasera.
Siamo veramente onorati e orgogliosi della presenza, ancora una volta, di Giordano Bruno Guerri, grande scrittore e storico del Novecento, Presidente della Fondazione il Vittoriale degli Italiani e del ForumTal per il Trattamento Automatico della Lingua. In passato ha diretto Storia Illustrata, Chorus e l’Indipendente, è stato Direttore editore editoriale dell’Arnoldo Mondadori Editore, presidente dell’Istituto di alta cultura Fondazione Ugo Bordoni, autore e conduttore di trasmissioni televisive.
Autore di molti libri, sono tutti ristampati e tradotti in varie lingue.
Questa sera farà luce su un personaggio del Novecento e sulla sua drammatica vicenda.
Grazie di cuore Giordano.
Conduce il professor Andrea Basile.
Espone il pittore Nicola Comiotto.
Grazie.
Articolo Giornale post-incontro
IL LIBRO
Giordano Bruno Guerri fa luce su una figura emblematica, sempre screditata, ma che ha anticipato di un secolo il modernista papa Francesco, preannunciandolo: Ernesto Buonaiuti. Un’indagine scrupolosa e approfondita dalla quale emergono molte scoperte inedite su un personaggio controverso e sulla sua drammatica vicenda, in particolare sui suoi rapporti con Mussolini e su quelli, davvero singolari, con padre Gemelli e due santi, don Orione e Giovanni XXIII: molte riforme del concilio Vaticano II, così come quelle di papa Francesco, si rifanno infatti alle idee di questo sacerdote, perseguitato da quattro papi nel Novecento. Chierico “irrequieto e di idee avanzate e pericolose”, come lo definì una nota in seminario, Buonaiuti divenne il più importante esponente del modernismo italiano, il movimento di riforma del cattolicesimo condannato nel 1907 da Pio X. Docente di Storia del cristianesimo alla Sapienza di Roma, tentò di conciliare il ritorno ai valori della Chiesa primitiva con il pensiero moderno attraverso un’analisi critico-filologica del Vangelo. Nel 1926 gli venne inflitta la massima scomunica, che impediva a ogni buon cattolico di avvicinarlo. Accusato dal Sant’Uffizio, attaccato dall’Osservatore Romano e dalla Civiltà Cattolica, usato come oggetto di scambio tra il regime fascista e la Santa Sede durante la stesura del concordato del 1929, vittima di veri complotti ecclesiastici tesi ad allontanarlo dall’insegnamento, Buonaiuti rinunciò alla cattedra solo nel 1931, rifiutando di giurare fedeltà al regime. Neppure l’Italia nata dalla Resistenza gli rese giustizia: a causa delle pressioni del Vaticano, fu l’unico a non riottenere la docenza fra i dodici professori “non giuranti”.