Dall’ IMPERO PERDUTO alla LINEA GOTICA : una storia vera italiana 1941/44
Massimo ZAMORANI – Maria Luisa GUAZZETTI
Massimo ZAMORANI
Locandina dell’incontro
Invito dell’incontro:
[wpdm_file id=22 title=”true” template=”facebook ” ]
Articolo Giornale pre-incontro
da “Il Gazzettino” di Belluno – domenica 17 febbraio 2013 di Daniela De Donà.
“COLONIALISMO BANALIZZATO”
Navi cariche di migliaia di bambini. Piccoli italiani. Tra loro Luciano Violante, docente universitario poi presidente della Commissione antimafia e della Camera dei Deputati. E Ugo Pratt, il quindicenne – dislessico ! – che frequentava con pessimi risultati il regio ginnasio Vittorio Emanuele di Addis Abeba e che diventerà quel Hugo Pratt (1927-1995) maestro del fumetto moderno, “padre” di Corto Maltese. Un viaggio per mare – avventura dai toni drammatici – vissuta anche da Maria Gabriella Ripa di Meana. E da due signore di Belluno. Una di loro, Maria Luisa Guazzetti, sarà sul palco per portare la sua testimonianza.
All’incontro organizzato dall’Associazione LiberalBelluno si parlerà delle “Navi bianche”, i transatlantici che, con il simbolo della Croce Rossa, portarono in Italia trentamila tra invalidi, donne e bambini recuperati, tra il 1942 e il 1943, nei campi di concentramento della Somalia grazie a un accordo tra Italia e Gran Bretagna. L’appuntamento con uno spicchio trascurato di storia è fissato per le ore 17.30 di sabato 23 nella sala Teatro del Centro Congressi Belluno.
Interverrà Massimo Zamorani, giornalista, inviato speciale e corrispondente di guerra (uno dei piccoli passeggeri), che sarà moderato da Franco Tosolini, ricercatore storico. Zamorani, l’avventura coloniale in Africa pare messa nel cassetto. <<Eppure è stata una stagione in cui l’intera Europa per la prima volta si è messa in rapporto con l’Africa. Ha rappresentato un momento fatato che va letto alla luce della cultura del tempo>>.
Oggi, colonialismo suona, però, come una parolaccia. << Nel pregiudizio corrente vale come infamia, è un insulto. Ma così si banalizza. Un giudizio molto sereno su cosa è stato il colonialismo arriva da un’opera in sette volumi edita a Nairobi, con autori ed editori africani. Attendibile, quindi>>.
Anche l’Italia ha avuto le sue colonie: che si dice di noi in Somalia ed Etiopia ? << Qualunque viaggiatore se ne accorge da solo: è stata seminata simpatia e l’italiano è accolto con rispetto>>.
Cosa insegna ai giovani questo pezzo di storia ? << Un errore che i nostri ragazzi non devono fare è trasferire in altra epoca la moneta corrente. E’ una stupidità, per esempio, chiedere scusa per le Crociate. Bisogna cercare di capire: non si devono, infatti, proiettare nello spazio e nel tempo i luoghi comuni. E’ necessario, invece, ricostruire sempre la specifica atmosfera>>.
Esiste, a suo parere, il mal d’Africa ? << Chi in Africa è vissuto rimane marchiato per sempre. E desidera tornarci>>.
Presentazione di Zamorani-Guazzetti a cura di Rosalba Schenal il 23 febbraio 2013
Signore e signori buonasera e benvenuti.
Massimo ZAMORANI, rientrato dall’Africa volontario di guerra sulla Linea Gotica a diciassette anni, giornalista, ha lavorato al “Secolo XIX” di Genova, ha diretto “Il Corriere Mercantile”, è stato inviato speciale in Africa, Medio ed Estremo Oriente, America del Nord e del Sud; e corrispondente di guerra per un trentennio a “Il Giornale” di Indro Montanelli, dal conflitto del Kippur al Golfo, e poi Somalia, Libano, Algeria, Kurdistan, Mozambico, Namibia, Bosnia, Iraq.
Ha pubblicato sulla storia coloniale italiana “L’agguato di Matapan” e “Dalle Navi Bianche alla Linea Gotica”, e ha curato il volume di Rudyard Kipling “La guerra nelle montagne” (2011).
Maria Luisa GUAZZETTI è nata a Tripoli, italiana d’Africa, dal 1939 in Eritrea ad Asmara, rientrata in Italia nel 1942 ha vissuto a Rimini luogo di nascita del padre, da molti anni risiede a Belluno.
Sono entrambi rientrati dall’Africa Orientale Italiana sulle Navi Bianche, Zamorani sulla Caio Duilio e Maria Luisa sulla Giulio Cesare.
Moderatore della serata:
Franco Tosolini
Articolo Post-incontro
da “Il Gazzettino” di Belluno – domenica 24 febbraio 2013 di Daniela De Donà.
“NOI, GLI ITALIANI D’ AFRICA”
Una favola vera, non sempre a lieto fine di quattro piroscafi – le cosidette Navi Bianche – che riportarono in patria gli italiani d’ Africa tra il 1942 e 1943. Narrata, come inserto storico e con l’ incanto della spontaneità, da Maria Luisa Guazzetti. Nell’ incontro organizzato dall’ Associazione LiberalBelluno, ieri sera nella sala Teatro del Centro Congressi, si è volati tra Somalia ed Etiopia, in quel Corno che fu l’ Impero italiano.
<<L’ Africa ha un incanto che ti prende per la vita. Rivedo il verde raro e violento degli eucalipti, le rocce rosse, il cielo notturno dove il papà, pilota civile, indicava nitide le costellazioni>> sono state le parole d’ esordio della Guazzetti, che avrebbe dovuto fare da spalla all’intervento di Massimo Zamorani, costretto a dare improvviso forfait per motivi di salute. A tenere banco è stata lei, con la sua storia personale e delicata, preceduta dalla cornice sul colonialismo di Stato delineata dal moderatore Franco Tosolini: un excursus dalla prima colonia eritrea del 1882 fino alla decisione di inviare coloni nel 1936, con la proclamazione dell’ Impero. Maria Luisa era ragazzina quando nel 1941 Asmara passò sotto il controllo inglese: <<Papà, con tutti i tecnici, ebbe l’ordine di partire per l’ Italia, rimasero solo le donne e i bambini. Non fu facile, perchè la mamma aveva una forte forma di pleurite e temeva di lasciarci orfane>>. Tutti, in più tempi, furono condotti in campi di prigionia. Fino all’accordo tra Italia e Gran Bretagna che prevedeva il rimpatrio con le navi ospedali. <<La nave bianca Giulio Cesare ci aspettava al largo, bisognava salire una lunga scala e in cima il comandante con la divisa immacolata salutava uno per uno dicendo “benvenuti in patria”>>. Poi il periplo della Africa, l’incontro con il sottomarino tedesco, la malata di mente che si butta nell’ oceano per il caldo, il barattolo di vernice argentata cadutole addosso, le bucce di mele buttate contro la scorta inglese. Tutti i cammei ripescati nella memoria da Maria Luisa Guazzetti – nata a Tripoli e bellunese di adozione – dove la nostalgia, magari per un picnic accanto al lebbrosario, si unisce alle emozioni forti condivise con chi ha patito più di lei. Come il padre, prigioniero in Brasile. Tante fotografie scorrono come testimoni: alcune tratte dall’ album di famiglia della Guazzetti, altre da quello di Rosalba Schenal, presidente di Liberal, il cui padre nel 1936 fu in Africa nel Corpo di Sanità.
Le Foto dell’incontro