Cronache dai confini interni di una società orgogliosa e inquieta: quella veneta
Roberto Papetti
direttore responsabile del “Gazzettino”
da “” LA DEMOCRAZIA E L’ EDUCAZIONE “” di Roberto Papetti
Leggendo gli articoli del direttore Papetti emerge con chiarezza una delle sue capacità: quella di saper coniugare il particolare con l’ universale. I suoi articoli normalmente nascono da questioni legate al territorio, dal prendere sul serio le esigenze di informazione della gente, dal voler dar voce alla democrazia. Questo però non è mai il suo punto di arrivo: dal particolare sa portare al lettore il respiro del mondo, l’ universale. E’ disponibile al confronto a trecentosessanta gradi: con politici di ogni ordine e grado; con personaggi di ogni schieramento; con autorità delle istituzioni civili, ma anche della Chiesa; con semplici lettori disposti a mettersi in gioco. Papetti, nei suoi articoli, non si ferma al semplice racconto, ma fa una proposta chiara. Sa che un giornalista non può che essere se stesso quando scrive. Si pone con un atteggiamento da educatore attraverso un giudizio posto e non inposto. Nei suoi articoli emerge una proposta educativa. Questa è la sua originalità.
Gianluca Faso
< Per non perdersi in un bicchier di Coca Cola >
Giovedì 26 febbraio 2009
Una tempesta in un bicchiere d’ acqua. Anzi di Coca Cola. E’ quella a cui stiamo assistendo da qualche giorno. I fatti innanzitutto: la celebre azienda americana ha concluso un accordo con il Comune di Venezia. In cambio di 2,5 milioni potrà installare sessanta distributori automatici di bevande negli imbarcaderi Actv, sulle motonavi, nel garage di Piazzale Roma o negli uffici del Comune. Non altrove. In totale ci saranno trentadue postazioni e tutte <no logo>, cioè senza il marchio Coca Cola. Avete capito bene: trentadue, non centinaia come è stato scritto. Non sparse in Piazza San Marco o per le calli, ma solo in luoghi che, francamente, ci riesce difficile catalogare come <<patrimoni dell’ umanità>>. Ebbene: dove sta lo scaldalo ? Dov’è la città violentata ? Venezia accetta, anzi non fa nulla per evitare di essere sommersa e travolta, com’è successo in questo carnevale, da un milione di gitanti festanti che producono tonnellate di immondizia al giorno e non hanno poi neppure i treni per tornare a casa. Sdegnosamente, secondo qualcuno, dovrebbe rifiutare di installare qualche distributore di bevande sui pontili dei vaporetti e incassare i soldi della Coca Cola ? Naturalmente non ci preoccupano i furori ideologici di chi vede nell’azienda USA la rappresentazione dell’ impero del male. A costoro, eterni fans di Fidel Castro, siamo abituati. Ci preoccupano altre reazioni. Ma davvero gli esercenti veneziani possono temere la concorrenza di 60 macchinette ? Ma davvero si può parlare, senza scadere nel ridicolo, di danno ambientale o di invasione ? Il presente e il futuro di Venezia sono materie troppo importanti per diventare ostaggio di patetici veterocomunismi o di sterili interessi di bottega. Siamo, non da oggi, critici attenti e severi della giunta Cacciari. Non abbiamo condiviso molte scelte, ma siamo anche allergici ai pregiudizi e alle ipocrisie. Difendere e far vivere Venezia costa e costerà sempre di più, mentre saranno sempre meno i soldi che lo Stato metterà a disposizione. Apriamo un dibattito, serio e concreto, su come affrontare questa sfida cruciale. Senza perderci in un bicchiere di Coca Cola.