Contro i luoghi comuni: la difficoltà di pensare in proprio
Luciano Gulli
inviato speciale del “Giornale”
Contro i luoghi comuni: la difficolta’ di pensare in proprio
da “” ET. ER. E – etica eros estetica “” (Ed. MEF) di Albino Comelli
< La pazienza >
Una volta c’era una virtù d’ obbligo: la rassegnazione, che era una versione cristiana di quella antica sopportazione insegnata dai filosofi. Oggi, che le promesse di benessere e di successo si rivolgono a tutti e tutti ci credono, chiedere pazienza è come invitare alla rinuncia, alla miseria morale. Quest’ umile virtù, invece, che nasce dalla vita cruda ma vera, dà un tocco di dignità all’esistenza, perché tiene conto di una profonda verità: non siamo padroni, se non in minima parte, di quel che succede. E poi, tutto ha un senso e va rispettato, anche quello che non fa parte dei nostri programmi. Oggi, di questa povera e impopolare virtù neppure si vuol parlare. Si preferisce sostituirla con un’ altra, più alla moda, perché rappresenta l’ uomo globale, aperto, libero, che convive con le diverse abitudini e culture. Questa qualità è la tolleranza, di cui si può dire che è un buon tentativo di far vivere insieme i nostri ricchi egoismi con le povertà degli altri. La tolleranza è anche un modo di accettare i nostri vizi, non essendo più capaci di sopportare le nostre virtù. Anche la religione ha deciso di indulgere sui peccati chiamandoli “fragilità” mentre la scienza psicologica li definisce “disagi” e “malesseri”. Stiamo sul punto di diventare, o almeno di essere considerati, tutti buoni.
L’ inferno è sparito. Era ora !