“MEMORIE di terra e acqua” storia e cultura dei Veneti
UGO SPEZIA
Locandina dell’incontro
Invito dell’incontro
Articolo Giornale pre-incontro
Presentazione a cura di Rosalba Schenal
Signore e signori benvenuti.
E’ un vero piacere avere con noi questa sera l’ing. Ugo Spezia e il suo pregevole lavoro storico “ Memorie di terra e d’acqua “, che, afferma l’autore, è “ un atto d’amore, rispetto e riconoscenza per la terra nella quale affondano le mie radici “.
E’ una lettura fruibile da tutti e molto gradevole, priva dell’aridità scientifica, ma assolutamente rispettosa dell’esattezza dell’informazione; da queste pagine, che ripercorrono le tappe di un’evoluzione, traspare l’orgoglio di un popolo, il veneto che ha saputo percorrere e indicare ad altri la via della civiltà, dello sviluppo e della coesione.
Ugo SPEZIA, ha origini venete, lavora e vive a Roma, è ingegnere e dirigente industriale, giornalista e saggista, autore di numerose pubblicazioni di carattere scientifico e divulgativo.
E’ membro della Società Italiana per il Progresso delle Scienze e dell’associazione “ Galileo 2001 per la libertà e dignità della scienza “, il cui manifesto ha ricevuto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica.
Conduce Andrea BASILE, docente di Lettere Antiche.
Colgo l’occasione per informarvi della stampa di una bella e ricca raccolta di poesie, intitolata “ Essere “, della nostra socia Giovanna Serafini Di Bona, veneta di adozione.
Sono i pensieri, i ricordi, i sentimenti, le sensazioni di una vita, la sua, espressi in maniera davvero delicata e significativa.
Il Libro
La civiltà veneta, antecedente a quella romana, ne assorbì pacificamente il modello amministrativo e di governo e lo fece ulteriormente evolvere al riparo delle lagune, consentendogli di sopravvivere al tramonto dell’Impero Romano d’Occidente e a due secoli di dominazione longobarda. L’equidistanza dell’antica Venezia Marittima dal Sacro Romano Impero e dall’Impero Bizantino, prima, e la sua espansione sula terraferma, poi, diedero vita a uno stato repubblicano, ancorché aristocratico, che per molti secoli costituì un unicum in Europa.
Pur difesa strenuamente con la forza delle armi, la sua coesione si fondò sempre sull’affezione e sulla lealtà conquistati attraverso il buon governo. Sfruttando la diplomazia e l’intraprendenza commerciale, all’inizio del Cinquecento la Repubblica Serenissima assurse al rango di grande potenza economica, politica e militare, capace di contrapporsi con successo all’intera Europa coalizzata nella Lega di Cambrai.
Fu il disincantato Niccolò Macchiavelli a constatare stupito, i sentimenti di lealtà e dedizione che animavano persino i popolani veneti, che preferivano rinunciare alla vita piuttosto che rinnegare la loro fedeltà a San Marco.
Dopo aver raggiunto il suo massimo splendore, la fiaccola di civiltà della Serenissima si affievolì progressivamente nel Seicento e ancor più nel Settecento, fino a spegnersi per sempre sotto il vento impetuoso delle armate napoleoniche, incapaci di rispettare un’indipendenza e una neutralità non più sostenute dalla forza d elle armi. Ma la storia e la cultura materiale dei Veneti sono ancora motivo di orgoglio per un popolo che ha saputo percorrere e indicare ad altri la via maestra della civiltà, dello sviluppo e della coesione.
Le Foto dell’incontro