Proseguono gli appuntamenti della rassegna culturale “Conversazioni in Taverna” dell’Associazione Liberal Belluno.
Giovedì 2 febbraio alle ore 18.30 al ristorante Taverna in via Cipro, 7 a Belluno si terrà la conferenza dal titolo “Libertà di cronaca e di critica. Difendere il diritto dei cittadini a essere informati correttamente”.
Intervengono: Orazio Carruba, direttore Scuola Giornalismo “Dino Buzzatti”, già caporedattore TG Veneto; e Edoardo Pittalis, giornalista e scrittore.
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Presentazione a cura di Rosalba Schenal
Signore e signori buonasera.
Abbiamo intitolato questo incontro “ Libertà di cronaca e di critica “ per sottolineare che tali libertà sono messe in discussione in tanti paesi; io sottolineo anche l’importanza della autenticità e provenienza di ogni notizia pubblicata e del rispetto della dignità delle persone coinvolte.
Dovrebbe sempre essere applicata la regola del vero giornalismo, prima si controlla tutto, dopo si scrive, come faceva a Bologna, una sera di tanti anni fa, Gianpiero Rizzon, ricordato da Orazio nel libro “ La storia di tante storie”.
I relatori, Orazio Carrubba ed Edoardo Pittalis , sono giornalisti colti ed esperti, e rispettosi dei valori fondamentali di un buon giornalismo.
Orazio CARRUBBA è direttore dalla fondazione della Scuola veneta di giornalismo “ Dino Buzzati “, è stato direttore del Centro culturale “ Labia “ della RAI, caporedattore del TG RAI veneto. Prima ha lavorato al Gazzettino come inviato speciale.
Va particolarmente fiero di aver concorso alla nascita ed è stato il primo presidente della Cooperativa di solidarietà sociale “Arcobaleno 86” di Feltre e di aver effettuato la prima intervista radiofonica a Giovanni Paolo II° sulla vetta della Marmolada.
Edoardo PITTALIS già vicedirettore de Il Gazzettino e autore di parecchi libri sulla storia del Nord-est che abbiamo presentato in passato.
Un enorme mazzo di rose rosse del miglior fiorista della Fifth Avenue di New York, con un semplice biglietto “Da un cronista italiano che desidera incontrarla”. E’ bastata questa semplice richiesta a Nantas Salvalaggio, giovane corrispondente per varie testate, per ottenere un’intervista dalla più celebre diva di Hollywood, Marylin Monroe. E’ uno scoop formidabile. Siamo nel marzo del 1956 Marylin aveva lasciato Hollywood per trasferirsi a New York e si era sempre sottratta anche ai giornalisti più famosi. L’intervista esce su Epoca del marzo del 1956, ma viene tradotta in varie lingue e fa il giro del mondo. Oriana Fallaci non si trattiene e telefona a Salvalaggio, riempiendolo di insulti perché avrebbe voluto essere lei la prima ad intervistare l’irraggiungibile Marilyn.
L’episodio lo ha raccontato Orazio Carrubba, direttore della Scuola di giornalismo “Dino Buzzatti”, già caporedattore Tg Veneto, relatore insieme a Edoardo Pittalis, editorialista del Gazzettino e scrittore, all’incontro che si è tenuto giovedì sera a Belluno della rassegna culturale “Conversazioni in Taverna” organizzato dall’Associazione Liberal Belluno presieduta da Rosalba Schenal.
Nantas Salvalaggio è uno dei 102 personaggi ricordati nel libro “La storia di tante storie – Giornali e Giornalisti del Veneto” realizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto per onorare un “debito d’onore nei confronti dei colleghi che non si poteva più rinviare.
Carrubba ha parlato della libertà di stampa, fondata sulla Costituzione, garantita dalle leggi e integrata da sentenze della Cassazione, soffermandosi sui tre requisiti fondamentali, veridicità, interesse pubblico ed essenzialità della notizia. Ma ha passato in rassegna anche le cosiddette bufale. “Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, regina di Francia, non pronunciò mai la celebre frase a lei attribuita «Se non hanno più pane, che mangino brioche» rivolta al popolo affamato. Così come, nei giorni del sequestro Moro – precisa Carrubba – le due vedove dei poliziotti non dissero mai che si sarebbero date fuoco qualora lo Stato avesse trattato con le Brigate Rosse”.
Carrubba ha ripercorso la storia de Il Gazzettino, fondato nel 1887 da Gianpietro Talamini che a Venezia, con altri 5 quotidiani presenti, riesce a venderlo a 2 centesimi mentre gli altri lo facevano pagare 5 – 6 centesimi. Il Gazzettino di Talamini è un giornale rivoluzionario, dopo il primo decennio stampa 30mila copie ed oscura le altre testate. Repubblicano, massone, antifascista, non tollera il clericalismo, Talamini piazza un corrispondente ad ogni campanile con libertà di scrivere. Il nome Gazzettino – spiega Carrubba – tende a sminuire la testata, una piccola Gazzetta, una piccola notizia, ma è quello che interessa alla gente.
Edoardo Pittalis ha parlato dei giornalisti bellunesi, Dino Buzzatti, formidabile cronista di nera al Corriere della Sera e del celebre caso di Rina Fort. Che nel novembre del 1946 a Milano uccide la moglie e i tre figli del suo amante “Una specie di demonio si aggira dunque per la città invisibile, e sta forse preparandosi a nuovo sangue” scrive Buzzatti sul Corriere della Sera del 3 dicembre 1946. Ma Buzzatti è anche un grande scrittore, “Il deserto dei tartari” considerato da Montanelli il miglior romanzo italiano del ‘900 dove il tenente Drogo che attende per una vita il fatto glorioso d’arme altro non è che lo stesso Buzzatti che fa il turno al Corriere fino alle 2 di notte in attesa del fatto di cronaca da prima pagina.
Pittalis ricorda la tragedia del Vajont, attraverso la storia di Tina Merlin, giornalista, scrittrice e partigiana bellunese. Con le sue cronache nelle quali denuncia la pericolosità della diga. La sua vicenda processuale, accusata di diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico che si risolve con l’assoluzione dal Tribunale di Milano.
Infine la figura di Fiorello Zangrando, “l’avvocato che ha sempre fatto il giornalista” come lo definisce Pittalis che traccia il ritratto di Zangrando, le sue cronache giudiziarie e poi tutti i suoi scritti cinematografici, inviato a Cannes, seguì 14 Mostre del cinema di Venezia. Poi la malattia e l’ultimo pezzo dettato al telefono dal letto dell’ospedale di Belluno prima di andarsene.
(rdn)
IL LIBRO
Un libro che racconta l’epopea della stampa nel Veneto scritto dai suoi protagonisti: i giornalisti che ne furono gli artefici
Un’operazione della memoria, perché soltanto valorizzando il nostro passato, la grande tradizione del giornalismo veneto, è possibile affrontare le difficili sfide del presente. L’Ordine dei giornalisti del Veneto ha mandato alle stampe “La storia di tante storie”, un volume edito da Biblioteca dell’Immagine che racconta la storia di giornali e giornalisti della regione dall’Unità d’Italia ai tempi nostri.
Il volume (348 pagine, euro 14, già disponibile nelle librerie) è il primo passo di una raccolta di materiale storico sull’informazione veneta che, nelle intenzioni, dovrà proseguire in maniera continuativa, per poi trovare ospitalità in questo spazio, sul sito dell’Ordine dei giornalisti del Veneto.