Giovedì 11 aprile alle ore 18.30 al ristorante Taverna in via Cipro 7 a Belluno, torna l’appuntamento con la cultura della rassegna “Conversazioni in Taverna” dell’Associazione Liberal Belluno presieduta da Rosalba Schenal. Ospite della serata Massimo Nava, editorialista da Parigi del Corriere della Sera che parlerà dei rapporti passati e presenti tra Francia e Italia. A condurre l’incontro sarà Daniela De Donà, giornalista del Gazzettino.
Massimo Nava, che ha recentemente pubblicato per Mondadori il romanzo “Il boss è immortale”, un thriller pieno di colpi di scena, ambientato nei bassifondi di Napoli, a Belluno parlerà delle questioni tra Italia e Francia, dei gilet gialli, di Macron, delle elezioni europee.
Lo abbiamo contattato per sentire, dal suo osservatorio privilegiato, cosa ne pensa sulle relazioni Italia-Francia innanzitutto sulla delicata questione del progetto Tav, partito una trentina d’anni fa e ancora in corso d’opera. Con una bilancia commerciale che pende a nostro favore con un saldo di 11 miliardi, posto che le esportazioni verso la Francia nel 2018 sono state di circa 47 miliardi, mentre le importazioni pari a 36 miliardi.
“Si tratta di un’opera finanziata in larga misura dall’Unione europea e dalla Francia, e non so se sia conveniente per noi fermarla – sottolinea Massimo Nava – . Soprattutto ora che si parla della Via della seta con l’Oriente, sarebbe come mettere un tappo tra la Francia e l’Italia. Qualcosa del genere – prosegue Nava – lo state vivendo anche voi a Belluno con lo sbocco a Nord di cui si parla in questi giorni. In Alto Adige la questione con i partner viennesi e con la popolazione venne improntata al dialogo, mentre nel caso della Tav questo non è successo. Ma non c’è solo l’aspetto economico commerciale da tener presente – sostiene Massimo Nava – perché vi sono anche dati non quantificabili, parametri non monetizzabili. Perché una linea ferroviaria ad alta velocità che collega Venezia-Milano-Parigi crea scambi culturali e in prospettiva anche vantaggi in ambito ecologico”.
Dottor Nava, cosa pensa dei rapporti tra francesi e italiani, nel 1940 li abbiamo pugnalati alle spalle con l’aggressione e l’entrata in guerra dell’Italia. Tant’è che poi il generale De Gaulle nel ’45 ipotizzava l’annessione alla Francia di Aosta, Imperia e Cuneo. Ma nel 2011 a destabilizzare in Nord Africa con l’attacco alla Libia e l’uccisione di Gheddafi sono stati i francesi e la Nato.
“Vi sono innanzitutto incomprensioni legate a stereotipi popolari, con complessi di superiorità e di inferiorità. Noi subiamo l’influenza dei francesi e ci autodenigriamo e i francesi ci guardano con sufficienza. Tuttavia i francesi amano la cucina e la moda italiana. E poi vi sono le polemiche generate dalla politica, per fortuna ricucite, che fanno molto male ai rapporti tra i due stati. Mi riferisco ai contatti del vicepremier Di Maio con esponenti dei gilet gialli. Sulla questione della Libia e l’uccisione di Gheddafi, non c’è dubbio, la Francia ha destabilizzato il Mediterraneo creando situazioni non ancora risolte, le ondate migratorie e la partita aperta sul petrolio”. (rdn)
Massimo Nava è editorialista del “Corriere della Sera” da Parigi, dopo essere stato inviato speciale e corrispondente di guerra. Ha pubblicato Germania Germania (Mondadori, 1990) sulla caduta del Muro di Berlino, Carovane d’Europa (Rizzoli, 1992), Kosovo c’ero anch’io (Rizzoli, 1999), Miloševic, la tragedia di un popolo (Rizzoli, 2000), Imputato Miloševic (Fazi, 2002), Vittime, storie di guerra sul fronte della pace (Fazi, 2005), Sarkozy l’uomo di ferro (Einaudi, 2007). Nel 2009 ha pubblicato il romanzo La gloria è il sole dei morti (Ponte alle Grazie). Nel 2010, per Rizzoli, Il garibaldino che fece il “Corriere della Sera”, sulla vita di Eugenio Torelli Viollier, fondatore del “Corriere”. Nel 2014 è uscito per Mondadori Infinito amore, la passione segreta di Napoleone, nel 2016 Il mercante di quadri scomparsi, la prima indagine dell’ispettore Bastiani.