Giovedì 24 maggio alle ore 18.30 al Ristorante Taverna in via Cipro 7 in centro Belluno, per la rassegna culturale “Conversazioni in Taverna” dell’Associazione Liberal Belluno, sarà presente il professor Alessandro Grossato, geopolitico, orientalista e storico delle religioni. Nel corso della serata, che ha per titolo “Dalla Corea al Giappone”, il docente parlerà dei nuovi equilibri politici dell’Estremo Oriente. Ecco un’anticipazione nell’intervista che segue.
Professor Grossato, lei come vede l’azione di Trump nei confronti della stabilità nell’area dell’Estremo Oriente, in particolare nei confronti della Corea del Nord di Kim Jong-Un?
Trump non è riuscito ad impedire lo sviluppo del nucleare nordcoreano. Questo implica almeno tre cose: 1) L’impossibilità di condurre una campagna militare contro la Corea Nord, se non al prezzo di altissime perdite, soprattutto civili, nella Corea del Sud. 2) Il riconoscimento di fatto dello status di potenza nucleare ormai conseguito da parte della Corea del Nord. 3) Una profonda modifica, e conseguente riassestamento meno favorevole agli Usa, dell’intero quadro strategico e geopolitico dell’Area del Pacifico.
Gli interessi economici (gas, petrolio, materie prime), sono sempre stati la causa occulta di nuove guerre. La Corea del Nord pare abbia risorse minerarie stimate in 10mila miliardi di dollari, tungsteno, oro, ferro, grafite ecc. Non crede che la pressione americana in Corea sia mossa anche da appetiti di approvvigionamento?
Sinceramente, penso che prevalga un interesse puramente strategico. Agli Usa sarebbe piaciuto poter occupare anche il territorio nordcoreano, per collocare le proprie forze militari direttamente a ridosso del confine cinese. Perché il vero antagonista geopolitico degli americani non è la Corea del Nord, bensì la Cina. In mancanza di questo, si accontentano di mantenere le proprie potenti basi militari nella Corea del Sud, e quindi mantenere separate le due Coree.
Lo scorso anno, per il 72mo anniversario della resa del Giappone e la divisione della Corea lungo il 38mo parallelo, lei condivideva il pensiero di Lucio Caracciolo secondo il quale “Se mai scoppierà la terza guerra mondiale, sarà probabilmente in Corea”. E’ ancora dello stesso parere?
Non ricordo se queste erano le sue parole esatte, e in ogni caso quel che intendeva veramente dire, è che oggi i maggiori rischi di conflitto, non solo economico ma anche militare, si addensano pericolosamente nell’Area del Pacifico a causa del confronto tra Stati Uniti e Cina. D’altronde, è questa la valutazione condivisa dalla maggior parte degli osservatori e analisti geopolitici.
Roberto De Nart
Alessandro Grossato,
Geopolitico, orientalista, storico delle religioni, docente in varie Università italiane: Università di Trieste-Gorizia (cattedra di Storia e istituzioni dell’Asia meridionale), Università di Padova (Storia dell’Islam indiano e indonesiano), Università di Trento (Pensiero islamico) e Facoltà Teologica del Triveneto (Spiritualità islamica). Socio della Società italiana di storia delle religioni (SISR) e full member dell’European Society for the Study of Western Esotericism (ESSWE). E docente di Mistica comparata presso la Scuola superiore di filosofia orientale e comparativa di Rimini.